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Sono arrivati all'obbiettivo finale di sfasciare pure questo..
È la sintesi della nostra società tutto ciò che è pubblico non deve esserci, va tutto sul privato a fare affari. -
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Per quello che fornisce il servizio pubblico tanto vale venderlo e distribuire i dividendi ai poveri.
I giovani la RAI la disertano le persone mature sono schifate.. -
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I giornalisti comunisti chiamano la Rai Telemeloni perché non hanno argomentazioni . -
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Oh.. ciao cava, sei vivo? Ti davo per disperso.. . -
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Lo vorrebbero in tanti ma io non mi perdo mai, solo nei pensieri Inviato tramite ForumFree App
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Quanto ai telegiornali voce del governo basta non ascoltarli come fanno le giovani generazioni. . -
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Io ho smesso di guardare la TV.
Se danno le repliche di colpo grosso ricomincio 🤣🤣🤣. -
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Io non guardo telegiornali mi informo in più posti diversi😅 . -
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Il testo integrale diffuso dal sindacato giornalisti Rai e la replica dell'azienda
Comunicato Usigrai:
Il controllo dei vertici della Rai sull'informazione del servizio pubblico si fa ogni giorno più asfissiante. Dopo aver svuotato della loro identità due canali, ora i dirigenti nominati dal Governo intervengono bloccando anche ospiti non graditi, come Antonio Scurati a cui era stato affidato un monologo sul 25 aprile, in una rete, Rai3, ormai stravolta nel palinsesto e irriconoscibile per i telespettatori.
La stessa azienda che ha speso 6 milioni di euro per il programma Avanti Popolo, ora avanza motivazioni di carattere economico per l’esclusione di Scurati. Motivazioni già smentite dai fatti.
Siamo di fronte ad un sistema pervasivo di controllo che viola i principi del lavoro giornalistico.
L'assemblea dei Comitati di redazione della Rai mercoledì ha proclamato lo stato di agitazione e approvato 5 giorni di sciopero.
Gentili telespettatori, noi ci dissociamo dalle decisioni dell’azienda e lottiamo per un servizio pubblico indipendente, equilibrato e plurale.
Di seguito la replica aziendale al comunicato sindacale dell’Usigrai:
Nessun controllo sull’informazione e nessuna censura sono state operate dall’azienda nei confronti di programmi e conduttori.
La Rai è patrimonio di tutti gli italiani ed esprime oggi più che mai i valori del pluralismo e della libertà di espressione.
Sforzo dell’azienda è quello di aggiungere, innovare, sperimentare nuovi contenuti e nuove narrazioni. Aggiungere opinioni, idee e punti di vista vuol dire essere ancora più pluralisti di come la Rai è stata in passato.
Nessuno ha mai messo in discussione la possibilità di partecipazione dello scrittore Antonio Scurati alla trasmissione “Che sarà” condotta da Serena Bortone, la cui presenza era stata ampiamente annunciata.
Il tentativo di strumentalizzare con polemiche sterili un caso montato sul nulla, rischia di vanificare il grande impegno che in questi mesi l’azienda ha profuso per migliorare il proprio assetto industriale ed economico e tutelare e valorizzare la grande tradizione del Servizio Pubblico.
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