Gran Bazar

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    Il pregiudizio sociale ignora la figura maschile nel ruolo di vittima, gli spot televisivi sottolineano la violenza subita dalle donne, in cui il messaggio diretto o indiretto è sempre quello di identificare l’uomo in genere come cattivo e aggressivo.
    Ma, la violenza che subiscono gli uomini all’interno o fuori delle mura domestiche non è mai menzionata.
    Ne parlo spesso da me ed è impressionante quanto questo stia crescendo ma ovviamente non se ne parla
    “I casi di uomini vittime della violenza delle loro compagne sono più diffusi di quanto non si creda”L’uomo maltrattato generalmente prova enormi sensi di colpa e il più delle volte perde il suo status di uomo, finendo per restare isolato.
    Diciamo pure che la violenza psicologica che fa la donna è la più usata anche perchè (la donna è furba)
    è meno perseguibile sotto il profilo legale.

    Bisognerebbe ascoltare di più gli uomini e voi uomini, parlatene e non nascondetevi, come noi donne pretendiamo giustizia, così dovrebbe essere per voi.
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    Se vogliamo definirla nuova vita, si nel momento in cui mi sono separata
    ho ricominciato a vivere: evviva l'anarchia così ho definito quel momento
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    Dipende da chi ho davanti e dal suo interesse... Non mi butto a capofitto per spiegarli ma aspetto
    un suo cenno, del resto potrei anche essere io a non conoscere qualcosa che sa l'altra persona e qui chiederei esplicitamente di spiegarmi
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    Pasticciavo con la farina formando di tutto e di più.
    ah usavo anche la mollica del pane
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    Fatto
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    Bella domanda capitano, purtroppo non si risolverebbe il problema e ci saremmo ammalati per niente...
    Io ho gettato la spugna
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    Ovviamente perchè di son io 916355_Ridonone_2_1
    a parte gli scherzi, Milano la conosci quindi non faccio testo....
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    La trippa alla romana è una ricetta tipica del Lazio che si contrappone alle altre versioni già ben note, come la trippa alla fiorentina, alla napoletana, con fagioli, alla bolognese fino alla famosa versione della trippa alla milanese (busecca).

    Ingredienti:
    Trippa cuffia 1,5 kg
    Pecorino romano q.b.
    Pomodori pelati San Marzano 1 kg
    Carote 1
    Cipolle bianche ½
    Olio extravergine d'oliva q.b.
    Vino bianco 70 g
    Menta romana q.b.
    Sale fino q.b.
    Pepe nero in grani q.b.
    Menta essiccata q.b.
    Grasso di prosciutto crudo 50 g
    Sale grosso q.b.

    Preparazione:
    Per preparare la trippa alla romana iniziate tagliando a listarelle la trippa pulita. Ponetela in un tegame, coprite con acqua

    Aggiungete il sale grosso , una carota e mezza cipolla , coprite con il coperchio e cuocete per 30-40 minuti a fiamma medio-bassa .

    Nel frattempo occupatevi del sugo: in un altro tegame versate un giro d'olio, aggiungete il grasso di prosciutto e lasciate soffriggere Versate quindi i pomodori pelati .

    Salate e cuocete per 20 minuti. Intanto la trippa sarà cotta , scolatela, eliminate carota e cipolla .

    Versate l'olio , il vino e aromatizzate con la menta secca . Fate sfrigolare qualche istante, mescolando.

    Eliminate dal sugo il grasso di prosciutto . Unite la salsa alla trippa mescolate per amalgamare e insaporire . Proseguite la cottura per altri 20 minuti.

    A parte in una padella calda tostate il pepe in grani , poi pestatelo con il mortaio . Servite la trippa alla romana con Pecorino romano grattugiato e il pepe tostato .


    CONSERVAZIONE
    Potete conservare la trippa alla romana per 1-2 giorni in frigo in un contenitore ermetico. Si sconsiglia la congelazione.

    CONSIGLIO
    Per realizzare la trippa utilizzate la cuffia, ovvero la parte più prelibata che ha un aspetto spugnoso. Tostare il pepe in padella serve ad amplificare i profumi di questa spezia e conferirà al piatto un sapore più intenso.

    Trippa alla romana, sai quando si mangia e perché si chiama così?


    Per gli amanti della cucina romana, è un piatto storico che deve essere assolutamente provato: è la trippa alla romana. Nonostante possa apparire un piatto poco apprezzabile, questo alimento rappresenta uno dei piatti più amati della cucina popolare romana.
    La trippa alla romana è, infatti, un piatto ricco e saporito, che veniva spesso utilizzato dalle famiglie povere che vendevano la parte pregiata del bovino ai più nobili. Da qui il nome "quinto quarto", in quanto all'epoca i macellai di Roma dividevano la carne in quattro parti, lasciando le frattaglie ai meno abbienti. Noto per il suo sapore robusto e la sua consistenza unica
    La trippa alla romana è quindi più di un semplice piatto, è un simbolo della storia e della cultura di Roma. Per i visitatori di Roma gustare un piatto di trippa autentica è un'esperienza uni che celebra la bontà dei sapori semplici e dagli ingredienti umili.
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    Gelsomino e cedro
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    Porto Flavia è un’antica infrastruttura portuale-mineraria riconvertita in sito turistico. Sorge dalla montagna e si affaccia sul mare. E il fatto che sia un sito turistico significa che può essere visitata e ammirata sotto il profilo storico e architettonico, ma intorno a essa gravitano beni culturali e naturalistici di un certo interesse.


    La storia di Porto Flavia


    Un tunnel lungo circa 600 metri, scavato nella roccia dai minatori, sbuca a metà di uno strapiombo che offre una vista mozzafiato sul suggestivo faraglione di Pan di Zucchero, monumento naturale di 132 metri modellato dal tempo. Porto Flavia, all’interno del promontorio che domina Masua, nel territorio di Iglesias, realizzata tra 1922 e 1924, è un’ardita opera sospesa fra cielo e mare, che permetteva l’imbarco diretto dei minerali, destinati alle fonderie nord-europee, sulle navi, riducendo in maniera drastica tempi e costi di trasporto.

    Due gallerie sovrapposte sboccano a picco sul mare, intervallate da giganteschi silos capaci di contenere fino a 10 mila tonnellate di materiale. Nella galleria superiore si caricavano i silos, da quella inferiore, dotata di nastro trasportatore, si imbarcavano piombo e zinco sui piroscafi grazie a un braccio mobile. A progettare il capolavoro d’ingegneria senza precedenti fu il direttore Cesare Vecelli. Al ‘porto’ diede il nome della figlia, Flavia, che campeggia sulla torretta in stile medievale all’ingresso del tunnel. Per capirne la portata rivoluzionaria, immagina che fino ad allora i minerali erano caricati a mano sulle galanze (navi a vela) e trasportati al porto di Carloforte, da dove partivano verso il Continente.

    L’inizio dell’attività estrattiva risale a metà 1800. Sul finire del secolo, con oltre 700 addetti, la miniera di Masua era una grande realtà estrattiva. Dopo un breve appannamento, nel 1922 la società belga de la Vieille Montagne le conferì rinnovato impulso. Poi la crisi negli anni Trenta, sino al lento declino. Il complesso di Masua comprende un villaggio minerario sul ripido pendio di Punta Cortis: scuola, ospedale, chiesa, laboratori e case immerse nel verde dislocate su vari dislivelli rocciosi. Interessante anche la visita al museo delle Macchine da miniera: ce ne sono una settantina, oltre ad attrezzature e utensili minerari. Terminata l’escursione storico-industriale, potrai distenderti nella spiaggetta di Porto Flavia, che si affaccia sul mare cristallino al fianco dei resti della struttura mineraria, contornata da una fresca pineta.
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    Qasr al-Farid (che significa "Castello Solitario"),è una delle tombe più impressionanti di Mada’in Salih, città chiamata Hegra sia dai Greci che dai Romani, ma anche Al-Hijr (luogo roccioso) è la patria dispersa tra la sabbia del deserto della misteriosa civiltà dei Nabatei. Tra il IV secolo a.C. e il I d.C. i Nabatei erano un popolo ricco e molto conosciuto fino all’invasione dei Romani (106 d.C.) che conquistarono tutto il loro territorio (Giordania, Penisola del Sinai, e qualche area di Siria, Arabia Saudita e Israele) al fine di aprire nuove rotte commerciali.
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    Ciao Rebecca99, benvenuta
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    Dopo 50 anni si svela di nuovo al pubblico la Domus Tiberiana, l'imponente residenza imperiale che si affaccia sul Foro Romano con le sue grandiose arcate. Estesa per circa quattro ettari sul colle Palatino, la dimora era stata chiusa all'insorgere di gravi problemi strutturali ormai sanati. Così i lavori di restauro e nuovi scavi hanno consentito la riapertura del "Palazzo", ripristinando la circolarità del percorso tra il Foro e il Palatino, attraverso la rampa di Domiziano e gli horti farnesiani. Un itinerario, all'interno del Parco Archeologico del Colosseo, che restituisce al visitatore la percezione dell'antico cammino che percorreva, per raggiungere la sua residenza privata, l'imperatore con la sua corte, attraverso la via coperta, il Clivo della Vittoria.
    "Con l'apertura della Domus Tiberiana aggiungiamo un tassello importante alla ricchezza del Parco Archeologico del Colosseo, restituendo la visione di questo bene a intere generazioni che non l'hanno potuto apprezzare". Così il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano alla cerimonia di inaugurazione per la riapertura al pubblico del Palazzo.


    "Ora il Parco Archeologico del Colosseo, che ha già fatto passi da gigante negli ultimi anni, si arricchisce di una nuova entità e si ricostruisce la circolarità tra il Palatino e il Foro Romano e questa è una situazione di grande pregio. Dobbiamo essere orgogliosi del Parco Archeologico del Colosseo che sta facendo registrare numeri di accesso eccezionali", ha aggiunto il ministro.
    "E' un monumento importante della nostra geografia identitaria e ci investiremo sempre di più, anche con le nuove tecnologie e la multimedialità, per accrescere la qualità dei servizi forniti ai visitatori in modo da renderlo sempre di più appetibile e fruibile", ha concluso Sangiuliano.

    Lungo il percorso tra il Foro e il Palatino sarà possibile ammirare la storia del monumento nei secoli, grazie al nuovo allestimento museale: "Imago Imperii", a cura d Alfonsina Russo, Maria Grazia Filetici, Martina Almonte e Fulvio Coletti, con l'organizzazione di Electa, che si articola in 13 ambienti. Dove, tra l'altro, sono raccolti gli sbalorditivi arredi esposti proprio per raccontare la storia del palazzo. Le cui fondamenta furono gettate da Nerone e che vide successive trasformazioni a opera di Domiziano e Adriano.
    A impreziosire la fruizione del monumento si aggiunge anche il progetto di Light Architecture realizzato da Areti, società del Gruppo Acea, che illumina la facciata del palazzo di Tiberio rivolta verso il Foro Romano con una tecnologia a luce dinamica.


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272 replies since 21/6/2009
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